Il sismografo è uno strumento per registrare movimenti sismici.
In un s. si possono distinguere sempre 2 parti fondamentali, delle quali la prima, chiamata sensore sismico o sismometro o ricevitore, è costituita da una massa collegata elasticamente allo strumento; tale tipo di collegamento consente alla massa (massa sismica) di mantenersi in quiete, o quasi, allorché il suolo entra in movimento per effetto delle onde sismiche: tale massa costituisce pertanto un punto di riferimento (punto neutro o indifferente del s.) per rilevare i movimenti del suolo. La seconda parte del s., il registratore, è costituito da un dispositivo meccanico, ottico, elettrico o elettronico il cui compito è di memorizzare il diagramma temporale (sismogramma) del moto della massa rispetto al suolo o, più precisamente, della componente di tale moto secondo la direzione verticale (s. verticale) o secondo una tra due direzioni orizzontali ortogonali fra loro, usualmente quelle N-S ed E-O (s. orizzontale). I vari tipi di s. differiscono tra loro soprattutto per le caratteristiche del registratore.
La sensibilità dei moderni s. è tale che non vengono più attrezzate nuove stazioni sismiche nei centri abitati o in località prossime a strade importanti e centri industriali: il rumore di fondo sarebbe infatti tale da rendere irrilevante il contributo di informazioni che tali stazioni potrebbero fornire agli studiosi. Questa esigenza, che un tempo contrastava fortemente con la necessità di rendere agevole l’accesso alle apparecchiature al personale incaricato della loro conduzione, oggi è facilmente soddisfatta con l’introduzione della tecnica della trasmissione dei segnali a distanza (telemetria). Il sensore dei movimenti sismici, in genere dotato di trasduttore elettromagnetico, è posto in località lontane dalle cause di disturbo. Nelle sue immediate vicinanze e collegato mediante un cavo elettrico si colloca il gruppo amplificatore-modulatore-trasmettitore, che può essere alimentato anche a batterie ricaricate da celle solari, senza connessioni con la rete elettrica. La trasmissione dei segnali avviene per radio (in genere sulle bande VHF e UHF) quando le condizioni topografiche consentono la visibilità tra il punto dove è situato il sensore e il centro di raccolta, oppure per via telefonica (potendosi superare in questo modo distanze di centinaia di kilometri). Nel centro di raccolta esistono il ricevitore e le apparecchiature atte alla registrazione dei sismogrammi con una delle tecniche anzidette. In questo modo si può gestire comodamente non solo una stazione sismica, ma un’intera rete di sensori sismici, con il notevole vantaggio di poter utilizzare per tutti una sola base dei tempi e un’unica apparecchiatura di registrazione, facilitando il rilevamento dei parametri che si intendono studiare e consentendo una loro elaborazione in tempi brevissimi.
L’uso di sensori sismici disposti a schiera (array) e l’analisi delle loro risposte mediante elaboratore elettronico consentono di rilevare gli istanti di arrivo di gruppi di onde sismiche, oltre che la loro velocità e direzione di propagazione, realizzando l’equivalente di un’antenna direzionale per le onde radio.