Il terremoto è un'attività endogena della Terra, dovuto a movimenti che si verificano nella crosta terrestre. Il punto di origine del terremoto si chiama ipocentro (in profondità).
Più dannosi sono i terremoti i cui ipocentri si trovano entro 60 chilometri dalla superficie, in quanto le onde si propagano con maggior violenza.
Il punto della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro, quindi più vicino al focolare sismico, si chiama epicentro; esso è, pertanto, il luogo in cui le scosse sono più violente.
Quando l'epicentro è situato sul fondo del mare si ha un maremoto.
Nel nostro Paese i terremoti sono un fenomeno purtroppo assai frequente. Si dice infatti che l'Italia è un Paese ad alto rischio sismico. Essa è, dopo la Grecia, la regione a maggior rischio sismico d'Europa.
Nel trentennio a partire dal 1891 fino al 1920 ad esempio, si sono avute circa 13.000 scosse di ogni grado. Alcune furono deboli, ma altre disastrose come il terremoto di Messina del 1908. Esso distrusse le città di Messina e Reggio Calabria e causò la morte di oltre 100.000 persone in soli 30 secondi.
Negli ultimi dieci anni i terremoti hanno causato più di 40.000 vittime e danni per molte decine di migliaia di miliardi.
Il territorio nazionale è coperto da sismografi, moderni strumenti in grado di avvertire anche le più piccole onde sismiche, che in genere accompagnano l'arrivo di un terremoto.
Mediante i sismografi si può misurare la direzione, l'intensità, la durata e l'ora del fenomeno sismico. In genere tali apparecchi sono forniti di un pendolo che, oscillando in seguito alle scosse, lascia le impronte delle sue oscillazioni su di una carta con cui è ravvolto un tamburo che gira con moto regolare e costante e recano un cronometro che segna la durata del movimento. Sulla carta a carbone, quindi, resta un tracciato detto sismogramma, attraverso il quale si può dedurre l'andamento sismico.
La capacità di prevedere l'arrivo di un terremoto sarebbe di grande importanza per poter predisporre l'evacuazione delle zone interessate. Comunque bisogna concentrare gli sforzi economici nel senso di costruire edifici antisismici, in grado di reggere alle forze messe in atto dal terremoto.
I sismologi, che sono gli scienziati che studiano i terremoti, non sono ancora in grado di prevedere con esattezza matematica il giorno e l'ora in cui avverrà un terremoto. Essi sono solo in grado di indicare le località ampie in cui un terremoto potrà verificarsi con una certa probabilità.
Questa possibilità di previsione si basa sul fatto che i terremoti in Italia seguono di qualche anno i terremoti che avvengono nella penisola balcanica.
A questa conclusione gli scienziati sono giunti analizzando in dettaglio gli eventi sismici dei secoli scorsi. Essi hanno visto che quasi ogni terremoto nei Balcani è stato seguito, dopo qualche anno da un terremoto in Italia.
Le onde sismiche possono essere considerate come onde sferiche che si propagano dall'ipocentro verso la superficie terrestre, dove si avvertono come scosse sussultorie e ondulatorie.
INTENSITÀ DEI TERREMOTI
La classificazione dei terremoti è fatta secondo la loro intensità, ossia secondo l'intensità dei danni provocati (effetti).
Giuseppe Mercalli (1850 - 1914) ideò una scala che in origine comprendeva 10 gradi, d'intensità crescente, che andava da una scossa leggerissima, registrata solo dagli strumenti sismici e detta appunto strumentale (1° grado), alla scossa disastrosa, che causa danni e un certo numero di vittime (10° grado). Dopo il terremoto di Messina del 1908 lo stesso Mercalli aggiunse altri due gradi, considerando le scosse catastrofiche con rovine di intere città e con diverse migliaia di vittime. La scala Mercalli, dunque, è adatta per registrare gli effetti dei terremoti. Quando però è necessario conoscere la quantità di energia emessa da un terremoto, si parla di una scala diversa, quella della magnitudo, i cui valori massimi sono compresi tra 8 e 9 (maggiore energia = maggiore oscillazione) scala Richter.
LE ONDE SISMICHE
Esistono vari tipi di onde sismiche: le onde P o primarie (onde di compressione); le onde S o secondarie; le onde L o superficiali.
Le prime due si propagano all'interno della Terra e, quando giungono in superficie, si registrano come onde sussultorie, caratterizzate cioè da movimenti verticali; le ultime si propagano solo in superficie e sono responsabili delle scosse ondulatorie, prevalentemente orizzontali, che sono spesso la causa principale delle maggiori distruzioni, cercando di tener lontane le colture e gli insediamenti umani dalle aree più prossime ai crateri dei vulcani.
Dai terremoti ci si può difendere costruendo le case con particolari criteri antisismici che permettano di resistere alle scosse meno violente.
http://www.siciliatourist.tv/etnatv/eruzionivulcaniche/eruzioni.htm